Abbiamo sempre vissuto nel castello (We Have Always Lived in the Castle, 1962), è un romanzo di Shirley Jackson denso di orrore psicologico, sul filo della follia e non privo del cinico, nerissimo umorismo che contraddistinse l'autrice de La lotteria e de L'incubo di Hill House.
Già apparso in Italia, quasi vent'anni fa col titolo di Così dolce, così innocente, il volume è appena tornato in libreria in una nuova edizione presso Adelphi.
"A Shirley Jackson, che non ha mai avuto bisogno di alzare la voce": con questa dedica si apre L’incendiaria di Stephen King.
È infatti con toni sommessi e deliziosamente sardonici che la diciottenne Mary Katherine ci racconta della grande casa avita dove vive reclusa, in uno stato di idilliaca felicità, con la bellissima sorella Constance e uno zio invalido.
Non ci sarebbe nulla di strano nella loro passione per i minuti riti quotidiani, la buona cucina e il giardinaggio, se non fosse che tutti gli altri membri della famiglia Blackwood sono morti avvelenati sei anni prima, seduti a tavola, proprio lì in sala da pranzo.
E quando in tanta armonia irrompe l’Estraneo (nella persona del cugino Charles), si snoda sotto i nostri occhi, con piccoli tocchi stregoneschi, una storia sottilmente perturbante che ha le ingannevoli caratteristiche formali di una commedia.
Ma il malessere che ci invade via via, disorientandoci, ricorda molto da vicino i "brividi silenziosi e cumulativi" che – per usare le parole di un’ammiratrice, Dorothy Parker – abbiamo provato leggendo La lotteria.
Perché anche in queste pagine Shirley Jackson si dimostra somma maestra del Male – un Male tanto più allarmante in quanto non circoscritto ai "cattivi," ma come sotteso alla vita stessa, e riscattato solo da piccoli miracoli di follia.
Abbiamo sempre vissuto nel castello
Shirley Jackson
Adelphi, 2009
brossura, 182 pagine, Euro 18,00
ISBN 9788845923661
giovedì 9 luglio 2009
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